La Mesopotamia in mostra: un viaggio virtuale tra le collezioni di Torino e Firenze

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    Si tratta di un cono, o chiodo di fondazione iscritto in cuneiforme, certamente proveniente da Lagaš. Il suo testo in lingua sumerica commemora la costruzione del tempio Emuš da parte del re En-metena (2404-2375 a.C.):

    Per la dea Inanna e il dio Lugal-emuš, En-metena, signore di Lagaš, ha edificato il tempio E-muš, loro tempio amato (e) ha ordinato per loro (questo) cono di argilla.
    (È) En-metena, che ha edificato l’E-muš; il suo dio personale è Šulutul.
    Quel giorno En-metena, signore di Lagaš, e Lugal-kigine-dudu, signore di Uruk, hanno stretto (un patto di) fratellanza (tra loro)

    Si ritiene che il cono di En-metena riporti uno dei più antichi patti di alleanza della storia, fra En-metena re di Lagaš e Lugal-kigine-dudu, re di Uruk.

    Nell’archivio del museo è conservata una lettera di Doro Levi al direttore del Museo, datata 21 maggio 1930, in cui il giovane archeologo fornisce informazioni dettagliate sulla spedizione di vari oggetti a Firenze, tra cui il cono di En-metena.
    Questo importante documento dimostra che l’acquisto del cono era avvenuto presso un antiquario a Bagdad. Quindi, questo cono, insieme a tutti gli oggetti elencati nella lettera, fu spedito al Museo di Firenze.

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